Dante Alighieri, la Divina Foresta
Rino Mele, legge e interpreta il Canto VIII del Paradiso.
Dante ha appena scritto il meraviglioso piccolo libro che già lo consacra poeta, "Vita nuova" quando, nel marzo del 1294, a Firenze s'apre l'esaltante gioia di una lunga festa in onore del giovane re d'Ungheria Carlo Martello che vi si è fermato insieme a sua moglie Clemenza.
Vi resta per venti giorni in attesa del padre che viene dalla Provenza.
Carlo Martello sarebbe dovuto diventare re di Provenza e del regno di Napoli ma questo futuro luminoso si spezza l'anno seguente con la sua morte. Era nato nel 1271, aveva solo ventiquattro anni.
Dante, in quei festosi giorni di marzo, ha occasione di conoscerlo, e diventarne amico.
Nel canto VIII del Paradiso, nel cielo di Venere, "fasciato" di corrusca luce, Carlo Martello così gli dice: "Assai m'amasti, e avesti ben onde; che s'io fossi giù stato, io ti mostrava di mio amor più oltre che le fronde".