Ricostruito più volte, definitivamente fu chiuso al culto il 29 giugno 1811. Il 17 agosto 1813 il Sindaco di Fisciano comunica all'Intendente che nel soppresso Convento vi sono 1.065 (millesessantacinque) volumi.
Pregevoli affreschi furono eseguiti da Angelo Michele Ricciardi nel Refettorio, nella Chiesa e nel Chiostro del Convento. Opere purtroppo andate completamente perdute (le foto riprodotte sono dovute alla pazienza e alla professionalità di Antonio Carratù).
(La cena dei dodici Apostoli - Il calice - Le stagioni: opere pittoriche in cui è potenza, umanità e tono cromatico che suggestiona).

Rocco Galdieri (Rambaldo) lo ricorda così in im Sonetto:
"Sul divo, in mezzo a folti ulivi, posa Del vetusto convento la gran mole, che, ne la lieve sua tinta di rosa,
fra i grigi ulivi, spicca, bella, al Sole.
Quando sorride april, qualche amorosa Carizon vi giunge, fusa a le carole
De i passeri; ma, ne la tenebrosa
Stagion, s'addorme, e misteriose fole
Va, per le celle, raccontando il vento; per quelle celle, ove, in tm giorno, i frati innalzavano preci al firmamento.
Un giorno!...ma, ora, vuota è la gran mole Del convento, che, rosea in tutti i lati,
fra i grigi ulivi, spicca bella, al Sole".