Dante Alighieri, la Divina Foresta
Purgatorio Canto XXXII - Seconda Parte
Lettura, interpretazione ed analisi di Rino Mele
È facile rimanere prigionieri del canto XXXII del Purgatorio. Non perché sia il più lungo dei cento canti della "Commedia" (160 versi) ma per essere il più denso, labirintico e sembra contenere la storia dell'umanità.
Oggi ne affrontiamo la prima metà che, insieme agli ultimi versi del canto precedente, mette in scena l'altissimo l'incontro degli sguardi, l'amore inesausto di Dante con la felicità di Beatrice immersa nella luce divina.
"Tant'eran li occhi miei fissi e attenti a disbramarsi la decenne sete, che li altri sensi m'eran tutti spenti".
Fino alla sorprendente metamorfosi dell'albero del bene e del male che, come aveva narrato la Genesi, si trova al centro del Paradiso terrestre.